Che cosa lascia il 2015 che ci siamo appena lasciati alle spalle, al 2016 del mondo del vino italiano? Ecco un breve “viaggio nel tempo” con WineNews.
Partiamo dalle certezze, soprattutto in campo economico. Come l’export. Sarà nuovo record, probabilmente, quello segnato dalle esportazioni di vino italiano nel 2015, dopo quello del 2014. Le stime Wine Monitor per il 2015 evidenziano una crescita nei valori di circa il 6%, permettendo in tal modo di arrivare a chiudere l’anno a quota 5,4 miliardi di euro, contro i 5,1 dell’anno passato. Un successo che passa anche dal boom delle bollicine italiane all’estero che, nel complesso, si confermano le più vendute del mondo, con 2,7 milioni di ettolitri (1,8 Francia e 1,6 Spagna), ma con un divario economico enorme con quelle francesi: 990 milioni di euro contro 3 miliardi di euro.
Discorso che vale per il vino italiano nel suo complesso, quello del posizionamento, tra le più importanti sfide che il 2015 lascia in eredità al 2016. E se da un lato conforta il +35% del prezzo medio del nostro vino esportato tra il 2007 ed il 2013 (da 1,83 a 2,47 euro al litro), tante sono le strategie possibili, partendo dagli scenari già previsti, come la svalutazione dell’euro, che Goldman Sachs vede in pareggio con il dollaro entro il 2017, e che può incidere molto, visto che alcuni dei mercati principali dell’Italia (Usa, ma anche Canada o Uk, per esempio), e molti di quelli emergenti, sono fuori dall’area Euro.
E da un interesse per i vini italiani di alta gamma che è concreto: l’Italia, nel Liv-Ex, benchmark del mercato secondario, è stata la seconda “regione” più scambiata, dietro solo a Bordeaux, con una “market share” del 7,1% nel 2015, sullo 0,9% del 2010. E sono italiani due vini su 10 nella “The top 10 wines on the Liv-ex 1000” 2015, quelli che hanno visto le proprie quotazioni crescere di più nell’ultimo anno: il Barolo Vigne 2007 di Luciano Sandrone, ed il Tignanello 2004 di Antinori.
In Italia, in sostanza, il 2015 nel complesso non ha registrato particolari scossoni, ma fondamentale per il futuro sarà la conquista dei giovani, visto che il 71% di loro (dato Istat), ad oggi non beve mai vino …
pubblicato il 4 gennaio 2016 in Wine News